
Studio Omenetti
Via I maggio n.20
60131 Ancona
P.IVA 01498280427
PEC l.omenetti@odcecanconapec.it
Le 7 paure degli imprenditori nel 2025 - e come il controllo di gestione le affronta
Nel 2025 molti imprenditori non hanno paura di lavorare.
Hanno paura di lavorare senza controllo.
Le paure sono spesso le stesse, anche se raramente dichiarate:
La paura di non capire davvero come stanno andando le cose
La paura dell’incertezza e dell’imprevedibilità
La paura di sbagliare decisione nel momento sbagliato
La paura finanziaria: liquidità, sostenibilità, tenuta nel tempo
La paura di essere superati da competitor più rapidi
La paura di delegare senza perdere il controllo
La paura, silenziosa, di scoprire che i numeri non tornano
Queste paure non nascono dalla mancanza di impegno.
Nascono dalla mancanza di strumenti di lettura.
Il controllo di gestione non elimina il rischio d’impresa, ma fa una cosa fondamentale: riduce l’area dell’ignoto.
Trasforma le sensazioni in dati, le preoccupazioni in numeri, le decisioni in scelte consapevoli.
Quando l’imprenditore ha chiari margini, costi, equilibrio finanziario e scenari, la paura cambia forma: non paralizza più, orienta.
Nel libro che sto per pubblicare torno spesso su questo punto:
il problema non è il rischio, È decidere senza sapere.
E quando sai dove stai andando, anche l’incertezza fa meno paura.
Nei prossimi post affronterò una per una le paure degli imprenditori.
14/12/2025
fcb © 2019
Ti è mai capitato di pensare: “Non mi tornano i conti”?
Ecco, quando succede, la soluzione non è “stringere i denti” o sperare che il mese dopo vada meglio.
L’unica via d’uscita è l’analisi degli scostamenti.
Gli scostamenti sono le differenze tra ciò che avevi previsto nel budget e ciò che è successo davvero.
Se non c’è un budget, non c’è neanche un vero controllo di gestione.
Perché senza un punto di riferimento non puoi capire dove sei, né dove hai sbagliato.
L’obiettivo dell’analisi è chiaro: capire dove nasce la differenza.
È lì che si nasconde il problema — e conoscerlo o non conoscerlo fa tutta la differenza del mondo.
Chi analizza i numeri ogni mese prende decisioni informate, migliora i margini e rimane competitivo.
Chi decide “a sensazione” gioca al casinò: a volte vince, ma alla lunga perde.
L’analisi degli scostamenti va fatta tutti i mesi, non una volta ogni tanto.
Solo così diventa uno strumento strategico e non un esercizio teorico.
Perché il controllo di gestione non serve a “fare i conti”, ma a fare utili.
L’analisi ti dice se il piano funziona, se il mercato reagisce come previsto, se le scelte fatte portano davvero valore.
Chi la fa, guida l’azienda.
Chi non la fa, la subisce.
15/10/2025


TI E' MAI CAPITATO DI CHIEDERTI SE LA TUA AZIENDA E' DAVVERO REDDITIZIA?
Non parlo del fatturato, ma di quanto resta alla fine.
Molti imprenditori hanno questa sensazione: lavorano tanto, ma non sanno se stanno guadagnando abbastanza.
Il problema è che spesso si decide “a naso”, guardando il conto corrente.
Funziona finché tutto va bene.
Ma quando i costi salgono o il mercato cambia, senza numeri chiari si naviga a vista.
Qui entra in gioco il controllo di gestione.
Il mio lavoro è aiutarti a capire:
Quando hai questi dati sotto controllo, tutto diventa più semplice:
puoi decidere con lucidità e anticipare i problemi.
Spesso, dopo pochi mesi, gli imprenditori che seguo mi dicono:
"Adesso so esattamente dove sto andando."
Se anche tu ti sei fatto questa domanda, forse è il momento di guardare i numeri con un metodo diverso.
30/7/2025
È una domanda che molti imprenditori si fanno solo quando si presenta un’opportunità: vendere, far entrare un socio, chiedere un finanziamento, oppure affrontare un passaggio generazionale.
Ma la valutazione d’azienda non è uno strumento da usare solo “quando serve”: è un indicatore strategico che ti dice dove sei e dove puoi arrivare.
Una valutazione ben fatta non si limita a dare un numero.
Ti aiuta a:
✅ Capire quanto valore stai creando con la tua gestione
✅ Individuare i margini di miglioramento
✅ Comunicare con maggiore forza con banche, investitori, potenziali partner
✅ Prendere decisioni basate su dati, non su sensazioni
⚠️ Attenzione però: non esiste una formula magica.
Il valore dell’azienda dipende da molti fattori: risultati economici, prospettive di crescita, settore, livello di rischio, solidità organizzativa, qualità del team.
I metodi di valutazione sono diversi (EBITDA, DCF, multipli di mercato, patrimonio netto rettificato), e ognuno ha senso solo se applicato con criterio, tenendo conto del contesto specifico.
Spesso, il valore più interessante emerge proprio quando si incrociano più metodi, si analizzano i trend storici e si ragiona sulle prospettive future.
E per farlo, serve qualcuno che sappia leggere i numeri, ma anche ascoltare la storia dell’impresa, comprendere i suoi punti di forza e le sue fragilità.
Stai pensando di valorizzare il tuo lavoro, pianificare una crescita, o semplicemente capire dove sta andando la tua azienda?
Posso aiutarti a fare chiarezza, con un’analisi dettagliata, concreta e calibrata su misura per te.
Perché conoscere il valore della tua impresa non è un lusso: è una scelta di consapevolezza.
7/7/2025

Gestire un’azienda senza controllo di gestione è come fare la dieta… pesandosi una volta all’anno. Magari dopo Natale!
Molti imprenditori si affidano al “sentiment” o al saldo di cassa per capire come stanno andando le cose. Oppure aspettano il bilancio dell’anno successivo, redatto a primavera, per scoprire se hanno chiuso in utile o in perdita.
Il problema è che, quando arriva il bilancio, è ormai troppo tardi per correggere la rotta.
Il controllo di gestione è uno strumento indispensabile per chi vuole guidare davvero la propria azienda e non subirla.
Serve a:
Non servono strumenti complicati o software da multinazionale: serve metodo, chiarezza e la volontà di guardare i numeri con regolarità, senza paura.
Un buon controllo di gestione non è un costo: è un investimento che protegge l’impresa, valorizza le decisioni e moltiplica le opportunità.
Se anche tu vuoi che la tua azienda cresca con consapevolezza, inizia dal metodo con cui la osservi ogni giorno. I numeri ci parlano. Il punto è: li stiamo ascoltando?
5/6/2025

Immagina di metterti in macchina per andare in vacanza… ma senza sapere la destinazione.
Hai fatto il pieno, sei in autostrada … ma dove stai andando? Ogni bivio è un'incognita. Ogni deviazione ti fa perdere tempo ⌛.
Alla fine magari arrivi da qualche parte, ma non è detto che sia dove volevi essere.
Ecco: senza un business plan, la tua azienda funziona esattamente così.
Il business plan è la mappa, il navigatore, la bussola .
Ti dice dove sei oggi, dove vuoi arrivare e come pensi di farlo.
Senza? Improvvisi. Magari ti va bene, ma è come giocare alla lotteria:
non ci costruisci sopra un futuro solido.
Eppure ancora oggi tante aziende, anche con bei fatturati, vanno avanti “a sensazione”.
Quando cambia qualcosa (un cliente importante se ne va, aumentano i costi, il mercato si trasforma) si trovano spaesate.
Il business plan non serve solo per le start-up o per chiedere un finanziamento.
Serve a chi è già operativo, per non farsi trovare impreparato.
Un piano ben fatto ti aiuta a porti le domande giuste:
✅ Dove voglio arrivare?
✅ Quali risorse mi servono?
✅ Dove sto guadagnando? Dove sto perdendo?
✅ Quali sono i rischi? Come li gestisco?
È come fare una fotografia dell’azienda oggi e usarla per costruire il domani.
E attenzione: il business plan non è un documento rigido!
È vivo, va aggiornato.
È anche uno strumento di comunicazione verso soci, banche, collaboratori.
Nel mio lavoro vedo spesso imprenditori brillanti, pieni di idee,
che però si fanno risucchiare dall’operatività quotidiana.
Il business plan ti rimette al centro della strategia.
Ti fa uscire dalla modalità “sopravvivenza” e ti restituisce il controllo del timone
In sintesi:
Se non hai un business plan, non sai dove sarai domani.
Con un piano, forse non eviti tutti gli imprevisti…
ma li affronti con un’altra testa .
#controllodigestione #pianificazione #PMI #businessplan #strategia #obiettivi #StudioOmenetti #gestioneaziendale #misurareirrisultati
6/5/2025

– Benjamin Franklin
(…e non è solo una frase da libro motivazionale)
➡️ Pianificare non vuol dire prevedere il futuro
Ma scegliere consapevolmente il percorso migliore per raggiungere i tuoi obiettivi
Quando pianifichi:
✅ Capisci cosa è davvero utile (e cosa no)
✅ Definisci le priorità
✅ Ti obblighi a misurare i risultati raggiunti
Se nella tua azienda ti capita di raggiungere un risultato che non ti soddisfa … o se non sai cosa ha funzionato e cosa no, sappi che sei in buona compagnia.
Questa è esattamente la situazione che vive la maggior parte delle PMI italiane.
E sai qual è il punto?
⚠️ Senza un sistema di pianificazione e controllo, non puoi davvero influenzare i risultati della tua azienda.
Si naviga “a occhio”, sperando che vada bene.
Invece, un buon piano ti aiuta a: Fare chiarezza
Correggere la rotta in tempo
Prendere decisioni più rapide ed efficaci
La pianificazione non è un vincolo.
È uno strumento di libertà imprenditoriale.
#controllodigestione #pianificazione #PMI #businessplan #strategia #obiettivi #StudioOmenetti #gestioneaziendale #misurareirrisultati
09/04/2025

Se calcolare il punto di pareggio fosse un esercizio scolastico, basterebbe una formula: costi fissi diviso il margine di contribuzione in percentuale. Facile, no? Ma la realtà delle aziende è ben diversa.
Chiunque venda più di un solo prodotto sa che non tutti i margini sono uguali. C’è il prodotto di punta, quello che fa numeri ma con guadagni risicati. Poi c’è il bestseller con un buon ricarico. E infine quello di nicchia, venduto a pochi ma con margini stellari. In un simile scenario, il break-even non è più un numero fisso, ma un equilibrio da trovare.
Quando il margine cambia, cambia anche il punto di pareggio.
Immaginiamo un’azienda che vende sia software in abbonamento sia consulenze personalizzate. Il primo ha margini elevati, ma il prezzo è fisso. La consulenza ha un costo variabile più alto, ma può essere venduta a tariffe premium. Quale dei due prodotti considerare per calcolare il break-even?
La risposta è: entrambi. O meglio, bisogna trovare il margine di contribuzione medio ponderato.
Come fare?
Calcola il margine di contribuzione unitario per ogni prodotto
Trova il margine in percentuale (margine unitario diviso prezzo di vendita)
Determina il peso di ogni prodotto nel fatturato: quanto incidono le vendite di uno rispetto all’altro?
Combina i dati: moltiplica il margine percentuale per il peso di ogni prodotto e somma i risultati
Usa il margine medio ponderato nella formula del break-even
Ora il punto di pareggio è più realistico, perché tiene conto della vera struttura dei ricavi.
Non subire il margine: usalo a tuo vantaggio
Sapere dove si trova la soglia di sicurezza è solo l’inizio. Il vero obiettivo è spostarla più in basso per raggiungere prima la redditività.
Spingi i prodotti con margini migliori: più spazio in vetrina, più promozioni, più incentivi alla rete vendita.
Gioca con i prezzi: un piccolo ritocco al rialzo, se il mercato lo consente, può fare una grande differenza.
Taglia gli sprechi: ridurre i costi variabili migliora il margine senza toccare i prezzi.
Ribilancia il mix di vendita: vendere di più non basta, serve vendere meglio.
Il margine è una strategia, non un numero.
Pensare al margine come a un valore fisso è un errore. Il vero vantaggio sta nel saperlo gestire e farlo lavorare a favore dell’azienda. Conoscere il punto di pareggio è utile, ma ottimizzare il mix di vendite è ciò che fa davvero la differenza tra un’impresa che sopravvive e una che cresce.
Non basta vendere, bisogna sapere quale vendita ti porterà davvero al successo.
E la tua azienda come calcola in break-even-point?
17/3/2025


Gestire un’azienda senza budget, report e dati strutturati è come guidare nella nebbia senza fari. Molti imprenditori dicono di avere il controllo della loro attività, ma se i numeri non sono scritti nero su bianco, allora quel controllo è solo un’illusione.
- Se non hai un budget scritto, non hai un budget.
- Se non hai un report periodico, non sai davvero come sta andando l’azienda.
- Se non misuri gli scostamenti, non puoi correggere la rotta.
Troppo spesso sento dire:
- “So bene quanto fatturiamo ogni mese” ➡️ Ma senza report dettagliati, sai anche dove stai perdendo soldi?
- “Abbiamo le idee chiare su cosa fare” ➡️ Ma se non è scritto e analizzato, come puoi essere sicuro che funzioni?
Le decisioni basate su sensazioni sono pericolose.
Senza dati concreti, il rischio è prendere decisioni su impressioni personali, spesso ottimistiche o, al contrario, troppo pessimistiche. E in entrambi i casi, il margine di errore è altissimo.
Un buon controllo di gestione non è un lusso, ma una necessità. E no, non serve qualcosa di complicato: bastano strumenti chiari e aggiornati regolarmente. Budget, report periodici e indicatori di performance (KPI) sono le fondamenta di una gestione sana e profittevole.
- La tua azienda ha un controllo di gestione adeguato? Ho preparato un test autovalutativo per aiutarti a capirlo. Scrivimi in privato e te lo invierò.
#ControllodiGestione #Budget #Report #DecisioniStrategiche #Azienda #Business #GestioneEfficace
18/2/2025

Nella gestione aziendale, uno degli errori più comuni è circondarsi solo di persone che assecondano ogni decisione dell'imprenditore senza metterla in discussione. Questo atteggiamento, seppur rassicurante nel breve termine, può rivelarsi disastroso nel lungo periodo. Il vero valore aggiunto di un consulente esterno risiede proprio nella sua capacità di dire NO quando necessario.
L'importanza del controllo di gestione
Un controllo di gestione efficace è fondamentale per la crescita e la stabilità di un'azienda. Non si tratta solo di numeri e report, ma di un vero e proprio strumento strategico che permette di prendere decisioni informate e basate su dati reali. Tuttavia, per funzionare, deve essere gestito con obiettività e indipendenza, due caratteristiche difficili da trovare all'interno della struttura aziendale.
Perché un consulente esterno?
Molti imprenditori si affidano ai propri dipendenti per il controllo di gestione, magari scegliendo una figura interna competente e preparata. Tuttavia, per quanto esperto, un dipendente non avrà mai la forza contrattuale per opporsi alle idee del titolare quando queste non sono supportate dai numeri. La dinamica interna di un’azienda, infatti, tende a favorire l’allineamento gerarchico: dire NO al capo non è mai semplice e, in molti casi, può essere persino rischioso per la propria carriera.
Il consulente esterno, invece, ha il vantaggio dell'indipendenza. Non è vincolato da rapporti di subordinazione e può permettersi di mettere in discussione le scelte dell'imprenditore senza temere ripercussioni. La sua esperienza gli consente di individuare criticità e di suggerire soluzioni efficaci, basandosi su dati oggettivi piuttosto che su dinamiche aziendali o pressioni interne.
Il valore del NO
Dire NO non significa essere ostili o remare contro l’azienda. Al contrario, è un atto di responsabilità. Un consulente di valore deve avere il coraggio di segnalare quando un'iniziativa è troppo rischiosa, quando un investimento non è sostenibile o quando una strategia deve essere rivista. Spesso, l’imprenditore è emotivamente coinvolto nelle proprie decisioni e potrebbe non avere la lucidità necessaria per valutare con obiettività le conseguenze di una scelta. Il consulente, invece, rappresenta una voce razionale e super partes.
Un investimento strategico
Affidarsi a un consulente esterno per il controllo di gestione non è una spesa, ma un investimento strategico. La sua visione ampia, maturata lavorando con diverse realtà aziendali, permette di portare in azienda best practices e soluzioni innovative. Inoltre, la sua autonomia decisionale e il suo approccio analitico garantiscono che il controllo di gestione non si riduca a un mero esercizio formale, ma diventi uno strumento efficace di guida aziendale.
In conclusione, il bravo consulente non è quello che asseconda sempre il cliente, ma quello che ha il coraggio di dirgli NO quando serve. Perché solo attraverso decisioni razionali e fondate su dati concreti è possibile costruire un'azienda solida e capace di affrontare le sfide del mercato.
31/1/2025

Il controllo di gestione è spesso percepito come un insieme di strumenti tecnologici o software complessi, ma questa visione rischia di banalizzare la sua vera essenza. Un buon sistema di controllo di gestione non è un prodotto preconfezionato da installare, ma un processo strategico che richiede analisi, personalizzazione e coinvolgimento delle persone.
LA GESTIONE DELLA PARTE STRATEGICA
Il controllo di gestione è un percorso che guida l’imprenditore nel monitoraggio e nella valutazione delle performance aziendali rispetto agli obiettivi prefissati. Non si tratta solo di raccogliere dati, ma di interpretarli per prendere decisioni consapevoli. La chiave non risiede nei numeri in sé, ma nella capacità di collegarli alla strategia aziendale.
SOFTWARE COME STRUMENTO E NON COME SOLUZIONE
È vero che il mercato offre una moltitudine di software utili per automatizzare la raccolta e l’elaborazione dei dati. Tuttavia, un programma informatico è solo uno strumento: senza un’adeguata configurazione e un’interpretazione consapevole dei risultati, rischia di trasformarsi in un “guscio vuoto”. Ciò che fa davvero la differenza è la competenza e l’approccio di chi utilizza questi strumenti.
UN PROCESSO SU MISURA
Ogni azienda ha esigenze uniche. Il controllo di gestione efficace si costruisce intorno a queste specificità, definendo indicatori chiave di prestazione (KPI) che riflettano la realtà operativa. Ad esempio, un’azienda di servizi avrà bisogno di metriche diverse rispetto a un’impresa manifatturiera. Personalizzare il sistema di controllo significa creare valore concreto e duraturo.
L'IMPORTANZA DELLE PERSONE
Un altro elemento centrale del controllo di gestione è il coinvolgimento delle persone. Non basta avere dati precisi: è fondamentale che tutti gli attori aziendali comprendano i risultati e si sentano parte del processo. Questo favorisce una cultura aziendale orientata all’ottimizzazione e alla crescita.
CONCLUSIONI
Il controllo di gestione non è un software, ma un insieme di competenze, analisi e strategie. Gli strumenti tecnologici sono utili, ma da soli non bastano. La differenza la fanno la visione dell’imprenditore, il supporto di professionisti competenti e la capacità di utilizzare i dati per migliorare davvero le performance aziendali.
8/1/2025

Ogni imprenditore sa che la stabilità finanziaria e la crescita aziendale dipendono da una costante attenzione ai numeri. Ma quali sono i KPI (Key Performance Indicators) essenziali per prevenire situazioni di crisi? Ecco un elenco chiaro che non può mancare sulla vostra dashboard aziendale:
1. Margine di Contribuzione Aziendale
Il margine di contribuzione rappresenta la differenza tra i ricavi di vendita e i costi variabili. È un indicatore fondamentale per capire quanto ogni euro di fatturato contribuisce a coprire i costi fissi e a generare utile. Un margine di contribuzione insufficiente potrebbe indicare problemi di pricing, inefficienza nei costi variabili o una struttura di costi non sostenibile. Monitorare questo KPI consente di intervenire prontamente su prezzi, volumi o mix di prodotto per mantenere l’azienda in equilibrio.
2. Break Even Point (Punto di Pareggio)
Il break even point è quel livello di fatturato necessario a coprire completamente i costi fissi e variabili, senza generare perdite né utili. Rappresenta il limite minimo di sostenibilità economica dell’azienda. Se il fatturato reale è costantemente sotto il break even, è un segnale chiaro di crisi. Conoscere e monitorare il proprio break even point permette di adottare strategie mirate per incrementare le vendite, ridurre i costi o rivedere il modello di business.
3. Reddito Operativo (EBIT)
Il reddito operativo, o EBIT (Earnings Before Interest and Taxes), misura la redditività dell’azienda escludendo l’impatto delle decisioni finanziarie e fiscali. È un indicatore cruciale per comprendere la capacità operativa dell’impresa di generare utili dalle proprie attività core. Margini operativi negativi o in costante calo indicano che l’attività principale non è redditizia e richiedono una revisione strategica immediata.
4. Analisi dei Flussi di Cassa
La liquidità è il carburante dell’impresa, e monitorare i flussi di cassa è essenziale per evitare di rimanere senza risorse per pagare fornitori, dipendenti e altre spese operative. Tra gli strumenti più utili per questa analisi troviamo il cash conversion cycle (ciclo di conversione della cassa), un indicatore che misura il tempo necessario per trasformare gli investimenti in scorte e crediti in denaro disponibile.
Il cash conversion cycle si compone di tre elementi chiave:
• Days Inventory Outstanding (DIO): il tempo medio impiegato per vendere i prodotti.
• Days Sales Outstanding (DSO): il tempo medio necessario per incassare i crediti dai clienti.
• Days Payable Outstanding (DPO): il tempo medio concesso per pagare i fornitori.
La formula generale è:
CCC = DIO + DSO - DPO
Un ciclo di conversione della cassa troppo lungo indica che l’azienda impiega troppo tempo a recuperare liquidità dai propri investimenti, con il rischio di trovarsi in difficoltà finanziaria. Ridurre il CCC consente di migliorare il flusso di cassa e la sostenibilità aziendale.
L'IMPORTANZA DEL MONITORAGGIO CONTINUO
Questi quattro KPI sono le fondamenta per un controllo di gestione efficace. Implementare un sistema che ne consenta il monitoraggio continuo permette di intercettare eventuali segnali di crisi in tempo utile, evitando interventi tardivi e costosi.
Vuoi sapere se la tua azienda è in grado di prevenire le crisi?
Ho sviluppato un test autovalutativo per verificare la solidità della tua organizzazione e identificare eventuali punti deboli. Scrivimi per riceverlo e fissare una consulenza personalizzata!
2/12/2024

La crisi d'impresa non arriva mai all’improvviso. Non è un evento casuale che piomba sull'azienda senza preavviso, ma il risultato di segnali trascurati e decisioni non tempestive. Questi segnali, spesso presenti nei dati finanziari e operativi dell'azienda, sono lì per essere osservati e analizzati. È qui che entra in gioco il controllo di gestione, uno strumento essenziale per monitorare costantemente la salute aziendale e mantenere l’impresa su un percorso sostenibile.
Il controllo di gestione è un processo strutturato che prevede la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati aziendali per offrire una visione chiara e oggettiva della situazione finanziaria e operativa. Questo approccio consente di intercettare tempestivamente i primi sintomi di squilibrio, come flussi di cassa negativi, margini operativi in calo, un aumento del debito o inefficienze nella gestione delle risorse. Un intervento tempestivo su questi aspetti può fare la differenza tra il successo e il fallimento.
Un sistema di controllo di gestione efficace non si limita a evidenziare i problemi, ma offre una guida per prendere decisioni informate. Attraverso la definizione e il monitoraggio di KPI (Key Performance Indicators) rilevanti, l'azienda può valutare l’andamento delle sue performance in tempo reale, identificare aree di miglioramento e intervenire con strategie mirate. Questo processo è fondamentale per ridurre i rischi e gestire le risorse in modo ottimale, garantendo la sostenibilità e la crescita dell'impresa.
Pensiamo, ad esempio, al monitoraggio del cash flow. Un controllo di gestione ben strutturato permette di analizzare in modo dettagliato le entrate e le uscite di cassa, prevedere eventuali crisi di liquidità e pianificare interventi correttivi. Senza questa visione, l’azienda rischia di trovarsi in difficoltà a fronte di imprevisti, come ritardi nei pagamenti dei clienti o un aumento inatteso dei costi.
Ma il controllo di gestione non si limita a evitare le crisi. È anche uno strumento di crescita. Attraverso la pianificazione finanziaria e operativa, l’azienda può valutare l’impatto delle sue scelte strategiche e adattarsi rapidamente ai cambiamenti del mercato. In un contesto economico sempre più incerto e competitivo, avere la capacità di essere flessibili e di rispondere rapidamente ai cambiamenti è una qualità imprescindibile per restare competitivi.
Promuovere trasparenza e responsabilità aiuta i dipendenti a essere più consapevoli e proattivi nella gestione dei rischi. Un sistema di controllo di gestione efficace richiede che l’intera organizzazione sia coinvolta e consapevole dell’importanza di monitorare e migliorare continuamente le performance.
In sintesi, il controllo di gestione non è solo una questione di numeri: è una filosofia di gestione che mira a garantire la stabilità e il successo dell’impresa nel lungo termine. Ogni imprenditore dovrebbe considerarlo una priorità, soprattutto in tempi di incertezza economica, quando la prevenzione dei rischi può essere la chiave per sopravvivere e prosperare.
VUOI SAPERE SE LA TUA ORGANIZZAZIONE AZIENDALE È ADEGUATA? HO A DISPOSIZIONE UN TEST AUTO-VALUTATIVO PER AIUTARTI A SCOPRIRLO. CONTATTAMI PER UNA CALL GRATUITA E SCOPRI COME PUOI PROTEGGERE E FAR CRESCERE LA TUA AZIENDA!
12/11/2024

Per vedere la registrazione dell'evento, clicca sull'immagine a fianco 27/6/2023
La crisi di impresa
Nel video ripropongo la presentazione che ho tenuto presso il Capitolo BNI Victoria Dorica di Ancona
18/3/2021
Nel video spiego perché lo studio professionale dovrebbe essere gestito con un approccio manageriale.
Spiego inoltre che cosa dovrebbe fare il professionista per attivare quello che sia un inevitabile cambiamento di mentalità.
21/10/2020
Ho rilasciato un'intervista al giornalista di RADIO NEWS 24 - Live social - nella quale parlo dell'importanza del controllo di gestione nelle PMI
29/6/2020
Ho realizzato un video che spiega quali sono i rischi legati ad un aumento repentino di fatturato che può essere legato all'acquisizione di nuovi clienti o all'ingresso in nuovi mercati.
La redditività del business non è una garanzia di successo.
Bisogna valutare anche l'impatto finanziario.
18/6/2020
Il 7 maggio scorso ho presentato alla riunione BNI Victoria Dorica di Ancona il mio speech dedicato alle PMI nel quale propongo un approccio virtuoso per uscire dalla crisi
14/5/2020

BNI Victoria Dorica è un team di consulenti e imprenditori che si riunisce tutte le settimane per sviluppare local business.
Scarica la brochure con l'elenco di tutti i componenti del capitolo e le loro professionalità.
1/5/2020
Il Margine di contribuzione è una delle grandezze fondamentali che un imprenditore deve assolutamente conoscere per fare corrette scelte aziendali. Scarica la brochure esplicativa e guarda il video con la spiegazione
10/4/2020
Scarica la lista delle attività non sospese aggiornata al 25/3/2020
25/3/2020
Scarica il decreto firmato con le attività non sospese dal DPCM del 22/3/2020
22/3/2020
Scarica i moduli per chiedere la sospensione dei mutui e dei finanziamenti
22/3/2020
Nell'ambito della settimanale riunione di BNI Victoria Dorica ho avuto il piacere di fare la presentazione dal titolo: "Come impostare un sistema di controllo di gestione su misura" .
Clicca sul pulsante per vedere il video
14/11/2019
Nel mese di settembre il CNDCEC ha pubblicato i 7 indicatori della crisi di impresa.
Di fatto l'unico indicatore che analizza una situazione prospettica è il DSCR ovvero la capacità dei flussi di cassa operativi futuri di far fronte ai flussi previsionali in uscita per il pagamento dei debiti bancari.
Gli altri sono invece indicatori calcolati su dati passati e che quindi non comportano l'approccio forward looking che avrebbe dovuto essere invece alla base dell'impianto.
Purtroppo molte aziende non sono in grado di fare una previsione a 6 mesi in quanto non hanno a disposizione i dati necessari.
Guardare al futuro comporta una rivoluzione del cambiamento culturale delle PMI italiane nella gestione aziendale attraverso l'introduzione di un efficace strumento di controllo di gestione.
28/10/2019
Quello della crisi aziendale è purtroppo un tema molto attuale.
Le difficoltà delle aziende si manifestano in tre stadi:
1) Perdita di continuità aziendale
2) Crisi
3) Insolvenza
L'obiettivo del codice della crisi (D.Lgs. 14/2019) è la tempestiva rilevazione dello stato di difficoltà dell'azienda, al fine di intervenire per tempo ed invertire (se possibile) il trend negativo.
NON ESISTONO SCORCIATOIE
L'unico modo per prevenire e affrontare per tempo eventuali situazioni di difficoltà è l'introduzione di un sistema di controllo di gestione aziendale che permetta di evidenziare con sufficiente anticipo sia i flussi economici prospettici che quelli finanziari. Va da sé che una tardiva introduzione (ovvero quando le cose vanno già male) difficilmente potrà portare concreti risultati.
21/10/2019
L'imprenditore ha sempre più spesso la necessità di conoscere con largo anticipo come si modifica il risultato di esercizio al variare del fatturato, del margine di contribuzione e/o di entrambi.
Per rispondere in maniera immediata a questa esigenza, ho elaborato la Matrice delle ipotesi, uno strumento che inserito in un sistema di controllo di gestione permette di individuare in modo immediato e preciso l'utile al variare di elementi non sempre prevedibili.
24/9/2019
A seguito dell'introduzione del DL 14/2019 (entrato in vigore il 16/3/2019) e della modifica degli artt. 2086 e 2476 del c.c. le società sono obbligate a dotarsi di un sistema di controllo di gestione capace di intercettare i segnali della crisi. Gli amministratori che non si adeguano alle nuove normative (anche nelle società a responsabilità limitata) rispondono illimitatamente delle obbligazioni sociali.
10/9/2019
Studio Omenetti
Via I maggio n.20
60131 Ancona
P.IVA 01498280427
PEC l.omenetti@odcecanconapec.it
fcb © 2019